
Ratzingeriano, s.m. – Colui che prende come punto di riferimento o come spunto di riflessione intellettuale l’opera teologica di Joseph Ratzinger e/o l’azione pastorale di papa Benedetto XVI. Il ratzingeriano crede in primo luogo che la continuità sia il vero criterio interpretativo dell’intero magistero ecclesiale, Vaticano II compreso. Il lettore di Ratzinger pensa inoltre che tra il Gesù della storia e il Cristo della Fede non vi sia alcuna cesura e che ogni distinzione tra i due sia nociva. Il r. crede ancora che la ragione sia un valido strumento chiamato ad indagare la realtà. E che l’azione liturgica, in quanto fonte e culmine della vita ecclesiale, gode di una sua dignità, freschezza, tradizione e ricchezza. Il r. che la messa in particolare non possa essere violentata da alcuno spirito d’improvvisazione e aggiornamento arbitrario. Il r. crede inoltre fondamentale per l’esercizio della fede cattolica non optare assolutamente per un icona papale piuttosto che un’altra. Ciò implica anche la possibilità assolutamente libera di valutare l’azione del suo successore (ma anche del suo precedessore) dal di fuori di uno spirito partigiano e banalizzante. In ultima istanza la dottrina ratzingeriana è compatibile con alcune venature del’azione franceshiana, purché queste siano in linea con la perenne missione evangelica e con il contenuto immutabile della Rivelazione cristiana.
Fer. Mas. Adonia