Inchini, santi e Madonne. Bloccare le processioni “sospette”? Coraggio!

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di Fernando M. Adonia – Ci risiamo. Dopo Oppido Mamertina, succede anche a Palermo. La statua della Madonna s’inchina davanti all’esercizio commerciale di un boss rinchiuso nelle patrie galere. O meglio. Si inchinano i portatori del fercolo. Salviamo i santi, almeno. Per i fanti – ovviamente – è tutta un’altra storia. “Tradizioni, usanze, rispetto o semplice e umanissima amicizia…”. Certo, lo sappiamo già. Storia vecchia. Ma tutto ciò può forse valere qualcosa in più rispetto alle parole, le scomuniche, del Papa o dei vescovi? Si obietterà che le loro sono soltanto parole di circostanza. Ma come la mettiamo con Continua a leggere Inchini, santi e Madonne. Bloccare le processioni “sospette”? Coraggio!

Benedetto è sul monte e chiama battaglia.

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Mettiamola così, sono un ratzingeriano. Quindi un conservatore, un bigotto e anche uno stronzo. Quattro attributi che non mi sono dato da solo, ma che negli anni mi sono sentito vomitare addosso. Stronzo lo accetto volentieri, gli altri un po’ meno. Sul Continua a leggere Benedetto è sul monte e chiama battaglia.

“R” come ratzingeriano

Papa Francesco e il vescovo di Roma emerito, Benedetto XVI, in un momento di preghiera comune.
Papa Francesco e il vescovo di Roma emerito, Benedetto XVI, in un momento di preghiera comune.

Ratzingeriano, s.m. – Colui che prende come punto di riferimento o come spunto di riflessione intellettuale l’opera teologica di Joseph Ratzinger e/o l’azione pastorale di papa Benedetto XVI. Il ratzingeriano crede in primo luogo che la continuità sia il vero criterio interpretativo dell’intero magistero ecclesiale, Vaticano II compreso. Il lettore di Ratzinger pensa inoltre che tra Continua a leggere “R” come ratzingeriano

Ripartire dalla lotta alla Droga. La destra non sia indifferente al monito di Francesco

Appunti persi. Chiamiamoli scorci d’estate. Una piccola pagina mai pubblicata, ma che torna alla mente per un motivo ben  preciso: in pochi hanno badato a queste parole di Bergoglio. In fondo le ha dette. E sono pure “scorrette”. In questa fase di frenesia, sono state però obliate. Il motivo di questo sbianchettamento, come di altre prese di posizione troppo poco “prog”, resta ignoto.

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Ci voleva davvero un Papa sudamericano a ricordare sia ai più giovani intervenuti alla Gmg di Rio, ma anche, e ovviamente, a tutto il mondo, che le droghe sono di per se un male: «Non è con la liberalizzazione delle droghe – ha detto Francesco, in visita all’ospedale São Francisco de Assis, specializzato nella cura delle tossicodipendenze – che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica». Parole inequivocabili, che reinseriscono la lotta alle tossicodipendenze tra le urgenze della predicazione pontificia. Una sentenza urlata, quasi con disperazione, che non poteva trovare podio migliore se non dalle “bassezze” desolanti di un luogo destinato alla cura della sofferenza umana.

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